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Sport, gioventù, virilità e mascolinità furono concetti chiave nella visione utopica e nella costruzione dell'uomo nuovo durante il regime fascista. Attraverso l'unione, apparentemente contraddittoria, di nostalgia per un passato glorioso e di proiezione verso un futuro evoluto, l'Italia di Mussolini fu programmaticamente permeata da un senso di ipervirilità simbolica, rituale e allo stesso tempo concreta, onnipervasiva e totalizzante. Con lo scopo di modellare le menti e i corpi dei giovani fascisti il regime dispiegò una fitta rete di dispositivi disciplinari, norme igieniche e comportamenti codificati in stretta connessione con l'architettura razionalista di strutture come il Foro Mussolini a Roma, la cui "mistica" non solo rifletteva l'ordine sociale ma lo formava in ogni sua parte. A partire dall'analisi di questi elementi lo studio di Marcello Barbanera mette in luce fonti e modelli, protagonisti e vicende di un piano di ingegneria sociale che trasformò ad un tempo il corpo proprio e il corpo politico degli italiani.